Il miglio marino
Questa storia inizia quasi un anno fa, il 21 luglio 2022… Una brutta caduta in bicicletta e una bruttissima distorsione alla caviglia, non mi sono rotta niente, nè ossa, nè legamenti, cavolo che fortuna! E invece no, la distorsione è brutta ed è difficile da curare, non ci sono percorsi di cura prestabiliti come per una frattura, si va per tentativi, tanti, troppi tentativi… I mesi senza la corsa aumentano, aumentano i chili, aumenta anche un po’ la depressione di non poter fare ciò che mi piace, proprio adesso che riaprono tutte le manifestazioni… Da quasi 5 anni ho cominciato a nuotare in piscina per sconfiggere il terrore dell’acqua che ho fin da bambina; con questa caviglia ormai il nuoto è l’unico sport che mi è concesso, inizio a macinare vasche su vasche e, ispirata dalle gesta delle mie amiche triatlete comincio a pensare che forse anche io potrei tentare una garetta in acqua, piano piano l’idea prende forma, guardo date, distanze, chiedo consigli, muta sì o muta no? Lago o mare aperto? E infine decido: farò il miglio marino (1850 m) al lago di Monate, mi sembra carino visto che tanti montestellini si cimentano nel miglio in pista e visto che organizzeremo una tappa in memoria di Cristina Lena.
Un mesetto prima faccio una nuotata di prova: e se mi venissero attacchi di panico? e se l’acqua fosse troppo fredda? La prova riesce e allora mi iscrivo! Sono decisa come non mai anche se lungo la strada verso il lago l’ansia comincia a salire, arrivata lì mi sento fuori luogo, mi sembrano tutti dei professionisti… Riuscirò ad arrivare fino in fondo? Riuscirò a stare nei cancelli previsti?
Attacco il chip alla caviglia, ok come in una gara di corsa, attacco il pettorale… sullo boa??? Oddio che strano: ma non si scollerà durante la gara? Indosso la cuffia di ordinanza e gli occhialini (speriamo stiano belli appiccicati e non mi entri acqua…), faccio due bracciate di prova e mi rilasso… Poi tutti fuori per il briefing con la spiegazione del percorso e delle boe intorno alle quali girare, tutti in acque e VIA! Mi scopro stranamente rilassata e felice: sto facendo una gara! Una gara più contro me stessa e le mie paure che non contro gli altri, infatti sin dall’inizio sono nelle retrovie, poco male anche nella corsa sono una tapasciona, ormai sono abituata a stare sola sul percorso coi miei pensieri. é difficilissimo tenere la rotta, ogni volta che alzo lo sguardo mi trovo troppo a destra o troppo a sinistra, l’orologio mentre nuoti non si riesce a guardare, devo aspettare che suoni ogni 500 m per regolarmi e poi finalmente arriva il traguardo! Esco a fatica dall’acqua, ho dato tutto e ho quasi i crampi, mi applaudono, mi citano al microfono, Antonio mi aspetta lì all’arrivo ed è fiero do me, anche io sono fiera di me! E pur avendo fatto 400 m in più sono stata nel cancello e non sono nemmeno l’ultima!!!
Adesso finalmente posso godermi uno spritz e una bella cena sul lago, ai dolori post gara ci pensiamo domani!!!!
Fede