Ci lascia un angelo della corsa: Emanuela Doddi. Emanuela, Manu, Tata per i più intimi, è mancata all’improvviso, a solo 57 anni, tradita da un infarto.
Le ha ceduto proprio il cuore, motore pulsante del suo straordinario talento atletico che le ha permesso di dominare nelle categorie amatoriali e, pur oltre la ragionevole età di un agonista, di marcare eccellenti risultati in maratona (2h 41’) e sulla mezza (1h 16’). Ironia della sorte e di un destino ingiusto, incomprensibile se comprensibile lo può essere.
Seppur vincente, presente sui podi di tantissime gare, non si è mai data un’aria di superiorità: modesta al limite dell’umiltà, che si adattava volentieri al ritmo, alla corsa, alla compagnia di chiunque. Sapeva che correrle a fianco poteva essere impegnativo o meno, ma sempre piacevole.
L’aiutava, nella sua naturale affabilità, un viso eternamente giovane, quasi da bambina, che non trasmetteva fedelmente il suo carattere sportivo ferreo, che abilmente confondeva nei suoi ampi sorrisi, ma che le aveva consentito di sopportare programmi di allenamento anche ferocemente impegnativi.
La “ragazza“: lei si è sempre sentita così, e perché noi accanto a lei l’abbiamo sempre vista così, e noi, pur gravati dagli acciacchi dell’età, ci sentiamo ancora così: quasi ex atleti, non ancora finiti e quindi ancora ragazzi. Dunque, la ragazza aveva dovuto decisamente accorciare la sua carriera sportiva in seguito all’operazione ad un ginocchio e, pur rimediando a muoversi in bicicletta e poco a piedi, ho le mie fondate ragioni che ne soffrisse in quanto la corsa era il suo Amore, con la A maiuscola, Amore che le aveva consentito di entrare da protagonista in un mondo particolare: quello sportivo.
Così, privata della sottile malinconia del progressivo tramonto della propria efficienza atletica, per una ragione dettata da motivi anagrafici, ma si è riusciti a dare tutto e di più prima ,e quindi ci si giustifica , ma quando, forzatamente si deve praticamente smettere, il rammarico, o chiamiamola rabbia, esiste, in lei era presente.
E questo spiega in buona parte il suo esilio dai campi di allenamento consueti e frequentazione delle amicizie sportive storiche milanesi.
Lo smarrimento che si prova quando si assenta per sempre, una amica, con la quale si è condiviso, ognuno per la propria parte e ruolo, anni di frequentazione e ricordi, è in misura personale più o meno profondo. o profondissimo.
Profondissimo : lancinante se si pensa ai nostri verdi anni quando, entusiasti partorimmo una sera del 1990, e lei c’era!, l’idea di fondare una nuova, nostra società, il Montestella…ci sentivamo fortissimi, entusiasti, quasi imbattibili, con infiniti orizzonti di vita… con sgomento nel cuore, inaspettatamente, gli orizzonti di vita per lei non ci sono più. Possiamo immaginarla che corre leggera e “veloce come il vento” come ogni tanto amava ripetere lei, mentre ci sorride e ci invita a correre con lei, che tu vada piano o forte, non importa.
Grazie di tutto Manu: un sorriso, una lacrima ed un bacio da tutti noi. Per sempre .